Iniziamo con oggi la pubblicazione a puntate di alcuni racconti/romanzi inediti e scritti in tempi assai più recenti rispetto ai lavori già riprodotti su questo blog.
Iniziamo con “Una slavina di dolore” che è un racconto completato nel 2017 e liberamente basato su tanti fatti di cronaca criminale commessi da persone insospettabili e per motivi più che futili.
Una slavina di dolore
Premessa
Sono Giuseppe Matteucci, insegnante di letteratura italiana, in pensione dal 2015 e da molti anni collega e amico del professor Sergio Barsanti insegnante di matematica e fisica.
Con Barsanti abbiamo insegnato insieme per circa dieci anni al liceo scientifico Michelangelo di Forte dei Marmi: fino al 2013, anno in cui lui cessò definitamente e tragicamente la sua attività professionale.
Circa dieci giorni fa ho ricevuto dal Direttore della Casa Circondariale di Livorno un plico contenente, oltre alla scarna lettera di trasmissione del Direttore stesso, una lettera a me indirizzata da Sergio Barsanti, detenuto presso la Casa di Reclusione di Gorgona dal 2013, e una sua memoria.
Barsanti è morto la domenica 14 maggio del 2017, poco più di un mese fa: si è ucciso lanciandosi da un dirupo sulle rocce sottostanti dove è deceduto sul colpo.
Nella lettera, che chi vorrà potrà leggere riprodotta a termine di questo scritto, Barsnti mi ha annunciato la sua ferma volontà di uccidersi, mi ha spiegato i motivi e mi ha chiesto di rendere pubblica, cosa che faccio attraverso la stampa di questo breve opuscolo, la sua ricostruzione di quel giorno del 2013 quando si recò al Commissariato di Forte dei Marmi per raccontare cosa era successo e cosa aveva fatto nella notte precedente.
Non riesco a non continuare ad amare questo mio amico triste, sfortunato e certamente e gravemente colpevole; la sua memoria di intellettuale profondo e gentile e la memoria dei suoi drammi personali vivranno in me fino al giorno della mia morte.
Giuseppe Matteucci
Viareggio, 29 giugno 2017
Fine Premessa – Continua
In copertina: Gustave Courbet, Autoritratto o Uomo disperato, 1843 circa, Olio su tela, 45 x 54 cm, Collezione privata