Pensai, tra me, che invece non poteva capire nulla e che mi trovavo di fronte uno sciocco presuntuoso, ma non replicai e continuai la mia narrazione.
- Poi, era il 2004, ho incontrato Claudia: io avevo quarantasette anni e lei ne aveva tre più di me. Era la donna colta, forte, consapevole, equilibrata e solida di cui avevo bisogno in quel momento. Claudia lavorava all’archivio di Stato a Pisa e aveva da poco avuto un notevole successo pubblicando due romanzi storici ambientati nella Pisa del XIV secolo. Mi affascinava tutto di lei. Aveva un modo tutto suo di affrontare la vita, con energia e coraggio, con logica e sfrontatezza. Era sempre positiva e piena di energia. Anche Sylvie inizialmente l’adorava, ricordo che voleva sempre stare con lei, poi dopo un anno circa ci è entrata in competizione fino a diventarne gelosa. La mia relazione con Claudia è stata, alla fine, una facile scusa per mia figlia per motivare la sua decisione di trasferirsi a Berlino. Sylvie se ne andò dopo averla coperta di insulti e di non veritiere accuse e recriminazioni e questo, alla lunga, ha segnato il mio rapporto con Claudia, che non mi ha mai perdonato la mia passività nei confronti di mia figlia.
- Quando è finita la sua relazione con Claudia?
Domandò Severgnini.
- Come sa che è finita?
Chiesi io con finto stupore.
- Professore, si capisce da come la racconta che quella storia è finita da tempo.
- Osservazione arguta.
Commentai io.
- Professore – rispose il poliziotto con foga – lei forse sottovaluta il mestiere che faccio con grande impegno professionale da venti anni.
- Non volevo dare questa impressione. Mi scuso e le rispondo. – dissi – La mia relazione con Claudia si è conclusa… o per meglio dire, Claudia ha deciso di interrompere la nostra relazione negli ultimi mesi del duemilanove. Sylvie aveva lasciato l’Italia per stabilirsi a Berlino un anno prima circa, non ricordo bene il mese, dopo più di due anni di incomprensioni e litigi sempre più crescenti e frequenti nei confronti miei e di Claudia.
- Un brutto periodo.
Commentò Severgnini.
- Molto brutto. Alla fine anche se Sylvie non c’era più e la vita di coppia avrebbe potuto riprendere un percorso meno travagliato, il rapporto tra me e Claudia si era irrimediabilmente deteriorato. Credo, in definitiva, che lei avesse perso quasi del tutto fiducia e stima nei miei confronti e che si sentisse delusa e tradita rispetto alle aspettativa che aveva maturato riguardo all’evoluzione della nostra relazione. Io in quel periodo, nonostante i mei cinquant’anni non ero un uomo maturo e, evidentemente, non lo sono neanche adesso.
- Perché dice così?
- Se la sua domanda si riferisce al duemilanove, cioè ai miei cinquantadue anni, – risposi – le posso solo dire che mi ero sposato molto presto, subito dopo la laurea e poco dopo avevo avuto una figlia e che, al tempo stesso, la mia vita pratica era rimasta quella di quando ero studente: anche da insegnante continuavo a studiare, ricercare, conoscere. Poi, come le ho detto, ho perduto troppo presto mia moglie: io avevo trentacinque anni e Luisa, poveretta, trentuno. Luisa era stata l’unica donna della mia vita. Non avevo avuto, né cercato altre donne e quando lei morì il mio tempo affettivo e la mia vita sessuale si congelarono.
- Questo me l’ha detto. Poi c’è stata la sua collega e poi Claudia. E così siamo giunti al duemilanove…
- Comunque sia – continuai senza farmi condizionare dalle insistenze sempre meno velate di Severgnini – Claudia in poche settimane mi fece capire che eravamo giunti alla fine e poiché io fingevo anche a me stesso per non capire, una bella mattina me lo disse chiaro. Ci salutammo con un commiato gelido e senza tante ulteriori spiegazioni… Per Natale e per il mio compleanno mi manda tutt’ora un messaggio di auguri, cortese e formale. Io non le ho mai risposto e non ho più avuto l’occasione di incontrarla.
Severgnini si sporse verso di me.
- Effettivamente non mi sembra un comportamento maturo, il suo.
Disse il poliziotto.
- Lo so, gliel’ho appena detto che non ero maturo a cinquant’anni… e non lo sarò neanche a sessanta. Questo lo afferma anche mia figlia.
- Professore – disse ancora l’ispettore – giunti a questo punto credo sia opportuno, prima di proseguire, domandarle ancora se vuole continuare la registrazione o se la vuole interrompere e le chiedo anche se non ritiene che sia il caso procedere in presenza di un suo legale di fiducia…
Non ci pensai un attimo. Io avevo avuto tutta la notte per riflettere e per decidere quale avrebbe dovuto essere il mio comportamento.
Fine Parte Quinta – Continua
In copertina: Magritte, Les Amants – 1928 – olio su tela. 54 x 73 cm. MoMA New York