Quella di ieri è stata una giornata che ci ha messo a dura prova e ci ha ulteriormente prospettato mesi densi di sacrifici e carichi di incertezze. Il virus non sembra ancora fermarsi, e la crisi per l’approvvigionamento dei dispositivi di protezione individuale per il personale sanitario e per i comuni cittadini, con quella schifosa vicenda dei sequestri di merce diretta all’Italia e rubata dei governi della Repubblica Ceca e della Polonia, ci sbatte in faccia l’assurda e ipocrita realtà della Unione Europea allargata a dismisura a Paesi largamente inaffidabili ed egoisti.
E poi ancora, e ancora di più, l’esplosione del contagio e delle morti e la grande preoccupazione per il blocco, indifferibile ma pericolosissimo, di quasi tutte le attività economiche e produttive.
A tutta questa ansia del sabato 21 marzo, a tarda sera, è ci è giunta la terribile notizia della morte, a causa di questo maledetto virus, del Notaio Umberto Guidugli.
Uomo, intellettuale e professionista che ha segnato, per oltre cinquanta anni, con la sua capacità, la sua intelligenza, la sua cultura, la storia civile e politica della nostra provincia.
Già, Umberto ci ha lasciati e a lasciato in tutti noi un senso di sgomento e smarrimento: il Notaio Umberto Guidugli, perché così lo chiamavano, con titolo, nome e cognome, le persone che riconoscevano la sua statura e la sua autorevolezza, non potrà più arricchirci con la sua vasta cultura e la sua raffinata ironia, segnata dal quel sorriso furbo e “giovane”, sbarazzino che lo ha caratterizzato per tutta la vita.
Umberto era nato a Seravezza nel 1943, e a Seravezza aveva percorso la sua prima formazione civile e politica.
Cultura classica e cattolica, grande conoscitore di musica classica, da camera e operistica, di letteratura, storia e religione, punto di riferimento fondamentale relativamente alle sue materie professionali.
Fin da bambino aveva militato nell’Azione Cattolica fino a divenire Presidente della sezione AC della Versilia Storica.
Volontario e poi Presidente, dal 1965 al 1972, della San Vincenzo de’ Paoli di Querceta.
Presidente della FUCI Versilia Storica durante il suo periodo universitario.
Iscritto alla Democrazia Cristiana dall’età di diciotto anni, ricoprì diversi ruoli dirigenziali.
Dal 1964 al 1985 è stato Consigliere Comunale a Seravezza e membro del Consorzio sociosanitario della Versilia storica e dell’Associazione Intercomunale della Versilia.
Dal 1981 al 1984 è stato Presidente della Comunità Montana Alta Versilia, durante questo periodo fa parte della Commissione istituita dalla Regione Toscana per la formulazione della legge istitutiva del Parco delle Alpi Apuane.
È stato Consigliere comunale al Comune di Pietrasanta dal 1988 fino al luglio 1991.
Si è sempre occupato di volontariato ed associazionismo: Croce Bianca di Querceta; C.A.I. di Forte dei Marmi; Confraternita di Misericordia di Pietrasanta; Associazioni musicali e sportive.
Dal 1977 al 1981 è stato Presidente dell’Associazione Pro-Loco di Querceta.
Successivamente è stato consigliere Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e della “Fondazione Centro studi sull’arte” Licia e Carlo Ludovico Raggianti di Lucca dal 1995.
Presidente per quattro mandati consecutivi, fino al 2015, della Banca di Credito Cooperativo della Versilia Lunigiana e Garfagnana e Presidente dal 2013 al 2015 della Federazione Toscana BCC, ha avuto il grande merito di gestire al meglio, durante il lungo periodo della crisi economica e finanziaria globale la nostra banca locale, di preservarne la solidità e stabilità, di tenerla lontana dal mare mosso e pericoloso delle crisi bancarie italiane e di ampliarne potentemente gli orizzonti oltre la originaria Versilia.
Guidugli, con la sua Presidenza alla BCCVLG ha dato sostegno e impulso alle attività culturali e artistiche territoriali, ha sostenuto la formazione scolastica e premiato migliaia di studenti meritevoli, è stato vicino fattivamente alle imprese a al mondo del lavoro, ha dato la sua concreta disponibilità agli Enti Locali per gli investimenti in cultura e per quelli sul patrimonio storico e archiettonico.
Personalmente ho conosciuto Umberto Guidugli nel 1980, all’insediamento del Consiglio Comunale di Seravezza nel quale io entravo, a diciannove anni, per la prima volta e dove lui siedeva per svolgere il suo ultimo mandato.
Io ero un giovane esordiente e avevo di fronte uomini e donne di grande qualità, che mostravano in ogni gesto, in ogni intervento, in ogni atto e riflessione la loro indiscutibile consapevolezza e rispetto per il ruolo istituzionale che stavano ricoprendo: indipendentemente dalla loro formazione culturale e dal livello di istruzione raggiunto.
Umberto, come Mauro Raffi, come Loris Famigli, come il Sindaco di allora Paolo Giannarelli e tante altre ed altri: li ascoltavi e imparavi, immerso in una scuola di vita, di civiltà, di rispetto.
Con Umberto ho poi avuto la grande fortuna di collaborare e condividere progetti, scelte, intuizioni durante i miei due mandati da Sindaco che hanno praticamente coinciso con i suoi da Presidente della BCCVLG.
Nei momenti di crisi, di bisogno o di “follia creativa” mi è capitato sovente di ritrovarmi nel suo studio notarile, in genere a tarda sera, a proporre la concretizzazione dei miei sogni di amministratore comunale o a chiede consiglio per risolvere qualche problema.
Umberto non si è mai sottratto, neanche quando, a malincuore, dovevafrenare gli slanci più arditi.
Nel suo studio è nata la prima idea della Fondazione Terre Medicee, lo statuto, la forma snella e con cariche a “costo zero”; il nome stesso della nostra piccola, ardita Fondazione venne in parte condiviso con lui.
Nel suo studio si è parlato di come finanziare la folle idea di una tappa del Giro d’Italia a Seravezza e fu lui a dirci: “provateci, noi vi saremo vicini.”
Umberto era uomo la cui presenza ti arricchiva, riusciva a trasmettere conoscenza e saggezza anche nei più leggeri momenti conviviali.
Al Notaio Umberto Guidugli dobbiamo molto, tutti.
Una perdita inestimabile per tutti noi.
Ettore Neri
Seravezza, 22 marzo 2020