Versiliana anno zero. Il nostro obiettivo è lavorare per far tornare la Versiliana a quel ruolo di primo piano nel panorama culturale nazionale che le spetta. Prima di tutto è necessario capire bene qual è la situazione attuale: bilancio, costi di gestione, scelte e strategie dedicheremo i primi sei mesi a questa analisi, una volta presa coscienza di tutto l’unica strada è quella del rilancio, non ci sono alternative. La Versiliana deve diventare il soggetto di riferimento per spettacoli e comunicazione culturale di Pietrasanta. Bisogna assolutamente coordinare i tre poli culturali esistenti: Centro arti Visive, Istituti Culturali e Fondazione Versiliana, oltre ovviamente all’ufficio cultura.
La Fondazione deve essere al centro di questo sistema e le scelte devono essere condivise anche con gli altri operatori culturali impegnati a Pietrasanta, scuola, formazione, gallerie, basta con i “corpi esterni” alla comunità. Per tutti gli eventi culturali, la Fondazione deve essere inoltre il riferimento, con la sua struttura, per la comunicazione e la pubblicizzazione. Altro punto importante è restituire la Versiliana ai cittadini in ogni angolo della città dalla Marina al Centro Storico, passando per tutte le frazioni. Una “Versiliana diffusa” che faccia sentire protagonisti i pietrasantini. Al fianco della programmazione nei luoghi tradizionali, il Festival della Versiliana deve permeare con i propri eventi e attività ogni Piazza di Pietrasanta. Al tempo stesso la Villa, il teatro, e il parco devono tornare ad essere luoghi familiari dove i cittadini di Pietrasanta e i Versiliesi tutti, possano sentirsi orgogliosi padroni di casa.
Dal 2017 il Festival non fa più parte dei finanziamenti del Fondo Unico Spettacolo: “Stupisce che tanti pseudo professionisti di settore che si autocelebrano anche come promotori del pregio culturale della “Piccola Atene”, non si siano posti questo problema. Difatti, essere inseriti nell’elenco del FUS, non significa solo poter accedere ad importanti finanziamenti ma vedersi riconosciuto un ruolo di primo ordine nel panorama artistico italiano. Lavoreremo per recuperare il prestigio culturale della fondazione nel teatro e nella danza puntando su meno spettacoli ma di ampio richiamo di pubblico e con nomi esclusivi. Altro grande cruccio e delusione è “Il Caffè della Versiliana.
In questi due ultimi anni, il “Caffè” è sembrato più un luogo dove fare politica, sulla falsa riga di un “Porta a Porta” di matrice vespiana, più che un contenitore di approfondimento culturale a 360°. A parte qualche brillante meteora – sempre comunque legata a nomi di politici – la gran parte degli incontri sono stati non di alto profilo, eccessivamente carichi di ospiti che niente hanno portato in termini di pubblico. Ultimo ma non ultimo la nomina del direttore artistico che con noi avverrà attraverso un bando pubblico europeo, è l’ora di farla finita con i dirigenti di partito sistemati ad hoc. Lavoreremo all’insegna della trasparenza, perché si tratta di soldi pubblici ed è necessario gestirli in maniera condivisa e chiara.