XV
A quell’ora Anselmo, abbandonato sul bancone del suo bar, il viso umido di sudore e di bava da ubriaco, ebbe un sussulto, si rigirò bruscamente su se stesso e cadde giù, a terra, pesantemente.
Ebbe una smorfia, grave, di dolore profondo, ma non si svegliò.
Solo provò a gridare cercando, inutilmente, di alzare la testa, di far forza sui muscoli del collo.
Biascicò, invece, dalla bocca sconcia, dalle labbra schiacciate contro il pavimento, poche parole:
“Non ti preoccupare… stammi dietro… ci penso io a quelli… stammi dietro…” e cominciò a vomitare.
Fine Capitolo XV – continua