XIII
Quella notte, mentre il corpo freddo e disfatto di Giuseppe giaceva all’obitorio della clinica universitaria di medicina legale…
Quella notte, mentre Elettra mutilando la propria voglia di gridare sorvegliava il sonno agitato e disperato dei figli…
Quella notte, mentre Anselmo, dopo aver inutilmente cercato l’aiuto di qualche vecchio compagno ed aver rifiutato la compagnia della moglie, dormiva ubriaco, intontito e ingozzato di pianto, steso sul bancone del bar…
Quella notte, mentre il maresciallo Olivieri rimuginava, con i gomiti appoggiati sul piano di marmo del tavolo della sua cucina, a proposito della strana amicizia tra la vedova e quel distinto signore spagnolo…
Quella notte, mentre l’anziano magistrato dormiva sereno e sperso tra le lenzuola e le mille coperte del suo letto…
Quella notte, mentre Bull ronfava tranquillo nella sua cuccia…
Quella notte Omar fu colto di sorpresa da eventi che mai e poi mai avrebbero dovuto penetrargli sotto la corazza di uomo forte e ferirgli l’anima…
Quella notte Omar, risvegliato dopo anni e anni dal letargo, confessò se stesso.
Fine Capitolo XIII – continua