Ieri sera, durante il Consiglio Comunale di Pietrasanta, ho avuto modo di fare una proposta che mi rende molto orgoglioso.
Si stava discutendo di una mozione presentata da Forza Italia che, in modo opportuno, aveva lo scopo di sollecitare l’Amministrazione Comunale a favorire la parità di genere anche incrementando l’Intitolazione di Strade e Piazze a eminenti figure femminili.
Trovo questa proposta saggia e opportuna perché anche attraverso la toponomastica l’istituzione comunale può mettere in risalto quante donne, in Italia e nel mondo, abbiano avuto modo di eccellere in tutti gli ambiti della vita culturale, scientifica, sociale, politica, artistica, sportiva.
Ricordare queste donne così eccezionali e affidarle anche alla memoria e alla conoscenza delle future generazioni lo trovo un gesto di grande importanza formativa ed etica.
Dunque, durante il dibattito, dopo aver brevemente ricordato, a titolo esemplificativo, il valore di donne autorevoli come Nilde Jotti, Rita Levi Montalcini e Margherita Hack mi sono soffermato a tracciare un rapido ricordo di Tina Anselmi che, secondo me, ha avuto il merito di declinare il proprio percorso di vita intellettuale e politica unendo la sua enorme qualità alla capacità di essere forte e semplice al tempo stesso.
Anselmi è stata un gigante della Repubblica Italiana del Novecento: giovanissima partecipò alla lotta partigiana e poi, dopo la liberazione e la laurea in lettere conseguita presso l’Università Cattolica del SacroCuore di Milano, fu prima sindacalista e poi deputata per la Democrazia Cristiana dal 1968 al 1992.
Il 29 luglio 1976 divenne la prima donna italiana ad ottenere il ruolo di Ministra della Repubblica ricoprendo il dicastero del lavoro e della previdenza sociale.
Nel 1975 era stata a capo della delegazione italiana alla World Conference on Women promossa dall’ONU a Città del Messico e, successivamente, aveva presenziato agli eventi di Nairobi nel 1985 e di Pechino nel 1995. Nel ’77 fu tra i primi firmatari della legge italiana che apriva alla parità salariale e di trattamento nei luoghi di lavoro, nell’ottica di abolire le discriminazioni di genere fra uomo e donna.
Il suo nome è indissolubilmente legato ad una delle riforme più elevate e innovative del nostro Paese: la legge 23 dicembre 1978, n. 833 che istituì il Servizio Sanitario Nazionale basato sull’uguaglianza, l’equità e l’universalità.
Il Servizio sanitario nazionale italiano è, da allora, impostato per garantire a tutti i cittadini, in condizioni di uguaglianza, l’accesso universale all’erogazione equa delle prestazioni sanitarie, in attuazione dell’art.32 della Costituzione, che recita: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”.
Anche per questo Tina Anselmi è universalmente considerata una “madre della Repubblica”.
Successivamente Anselmi fu esemplare Presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla Loggia massonica P2.
Tutto ciò per dire che sarebbe veramente bello e opportuno che una Città come Pietrasanta inaugurasse il nuovo corso delle intitolazioni dei luoghi pubblici a donne esemplari rendendo omaggio e onore ad una gigante della storia politica nazionale come Tina Anselmi.
Ettore Neri
Pietrasanta, 16 marzo 2021