Non ci sono dubbi: il punto all’ordine del giorno in approvazione al Consiglio Comunale oggi riguarda un tema molto importante e di grande interesse e aspettativa per la Città.
In questo senso mi sento di ringraziare in primo luogo gli eredi di Igor Mitoraj per la donazione che hanno fatto al Ministero dei beni culturali e alla comunità di Pietrasanta, Dario Franceschini che nel suo primo e secondo mandato di Ministro per i beni culturali si è preso a cuore il progetto per la realizzazione del Museo a Mitoraj e tutti gli amministratori comunali che, a partire dal Sindaco Nicolai, si sono adoperati con dedizione e lungimiranza per fare in modo che Pietrasanta e Mitoraj divenissero un binomio inscindibile e di alta fascinazione artistica in tutta Italia.
Da questo punto di vista mi domando se qualcuno, stasera voglia fare ammenda, voglia ammettere il proprio errore, voglia chiedere scusa per le immonde pagliacciate che vennero inscenate contro il Sindaco Lombardi e soprattutto contro Mitoraj ai tempi dell’apposizione della lunetta sulla facciata di Sant’Agostino.
Dico questo non per una banale volontà di rivalsa, ma per segnalare che la storia non dimentica. La storia ricorda. E per rimarcare che sta soprattutto alle donne e agli uomini che ricoprono posti di responsabilità pubblica il compito e il dovere di onorare la verità storica e il ricordo dei fatti, delle vicende, dei comportamenti.
Il giorno dello scoprimento della lunetta io ero presente, invitato assieme a tutti gli altri Sindaci della Versilia, e ricordo con un certo senso di disgusto la contestazione che, anche in quella giornata, venne inscenata nei confronti personali di Mitoraj e di Lombardi.
Una brutta pagina per Pietrasanta che spero, che speriamo non torni più.
L’approvazione dello Statuto e dell’Atto costitutivo per la Fondazione Mitoraj impone, una volta di più, alcune riflessioni sul metodo di azione e sui comportamenti della maggioranza di destra che amministra Pietrasanta.
La maggioranza agisce d’impeto e d’imperio e rifiutando ogni confronto e ogni approfondimento, non solo con il Consiglio Comunale nella sua interezza, ma cosa ancora più grave, con il complesso e articolato mondo sociale e culturale della Città.
Il Sindaco stesso pare aver assunto gli atteggiamenti del Comandante unico insofferente al confronto, alla discussione, al contraddittorio.
Il metodo oramai è noto, da tempo: nessuna partecipazione, nessun confronto, nessun interesse al coinvolgimento attivo dei cittadini nelle scelte fondamentali per il futuro della Città.
Nessuna possibilità di interlocuzione è consentita ai portatori di interesse collettivo, al Consiglio Comunale, al tessuto culturale, civico e sociale di Pietrasanta.
Trasparenza zero.
Partecipazione zero.
A fronte di ciò si dispensa a piene mani tanta propaganda, propaganda tanto al chilo… rozza, ma costante e continua; spesso fuori tema, spesso surreale.
Una propaganda che a volte prescinde dalla realtà dei fatti, ma che viene urlata e strombazzata a ripetizione.
“Faremo, faremo, faremo…”, ma a parte scontate e doverose opere di manutenzione stradale e un’azione pervicace di abbattimento di alberi definiti pericolosi, da oltre cinque anni non si vede nulla.
Lo stesso continua ad accadere anche a proposito di una scelta molto importante come quella della costituzione del Museo Mitoraj per il quale, nonostante i nostri ripetuti inviti ad aprire un dibattito con la Città sugli obiettivi e sugli strumenti per dare vita e consistenza gestionale ed operativa a quest’opera, l’Amministrazione comunale ha continuato ad agire come se si trattasse di una “questione privata” e considerando la Casa comunale, che è di tutti, come casa propria.
Mesi fa scrivevamo che era “un peccato che in Città di questo progetto nessuno ne sapesse niente e che, nonostante che la comunità, il tessuto produttivo e le forze politiche di opposizione avessero provato più volte e con buoni argomenti a fare pressione per far cambiare metodo, si fosse proseguito ad andare dritti senza coinvolgimento, senza partecipazione, senza trasparenza”
Proponevamo allora di attuare “modelli di governo del bene pubblico basati sull’ascolto e sulla condivisione … certi che i grandi progetti possano nascere e durare bene nel tempo solo se sono prodotti da una elaborazione collettiva e socialmente diffusa…”
“Siamo certi – dicevamo – che il Museo Mitoraj potrà essere un bene per Pietrasanta, la Versilia e la Toscana ma solo e soltanto se nascerà coinvolgendo le volontà e le idee (che sono tante e buone) che dalla Città possono provenire.”
Affermavamo, infine, che il progetto anche funzionale del Museo non avrebbe dovuto essere “un affare per pochi, realizzato sopra la testa della Città.”
Quello che è capitato, invece, è proprio, purtroppo, che il Museo è stato pensato da pochi e per pochi: fatto per essere calato dell’alto su Pietrasanta.
E’ questo un errore che peserà in modo negativo sul futuro dell’intero progetto.
Si è giunti, così, dopo aver sempre tenuto all’oscuro tutti i cittadini, a proporre all’approvazione in Consiglio Comunale, il 29 di dicembre, l’Atto Costitutivo e lo Statuto della Fondazione Mitoraj: Statuto che, tra l’altro, prevede la nascita di ben dodici posizioni (sarebbe poco elegante chiamarle poltrone): il Presidente della Fondazione, quattro componenti del Consiglio di Amministrazione (oltre al Presidente), tre membri per il Comitato Scientifico, il Direttore, tre membri del Collegio dei Revisori dei Conti.
Di questi il Direttore e i Revisori dei Conti avranno una remunerazione annua, mentre per tutte le altre cariche sono previsti rimborsi spese.
Tutto ciò perseguendo il consolidato metodo dell’indifferenza nei confronti delle opinioni dei cittadini.
Ma, a ben vedere i problemi e le reticenze non finiscono qui, tutt’altro.
E, infatti, il Consiglio Comunale è chiamato a votare la nascita della Fondazione Mitoraj senza aver potuto esaminare neanche uno straccio di piano economico per comprendere a quanto ammonteranno i costi di gestione annuali del nuovo ente e quanto sarà a carico del Ministero, quanto a carico del Comune e quando a carico di eventuali, benemeriti, sponsor pubblici e/o privati.
Nessuna notizia si ha neanche rispetto a come si sia risolta la disputa tra Comune e Ministero che nel giugno scorso aveva infiammato le cronache: tutti si ricorderanno il video dell’allora ancor assessore Mallegni e le dichiarazioni a mezzo stampa del Sindaco Giovannetti che annunciavano la loro discesa al Ministero, a Roma, a difendere gli interessi dei pietrasantini!
Il Sindaco affermava, in quel momento: “… il Ministero ci ha già dato due milioni, il Comune di tasca propria ha messo un altro milione, ma credo che serviranno altri 2,5-3 milioni di euro.”
Questo significa che a fronte dei circa 3,9 milioni già stanziati (oltre ai 700mila già spesi per le demolizioni) mancano ancora circa 2milioni di euro?
Ma, esattamente, come andarono a finire, nel giugno scorso, i colloqui tra Ministero e Comune?
Non si sa!
E come sono andati i colloqui con il Ministero delle settimane scorse?
Non si sa!
Quanto Costerà la gestione annuale del Museo a regime?
Non si sa!
Quanti di questi costi graveranno sulla spesa corrente del Comune?
Non si sa!
A quanto ammonteranno i lavori per la realizzazione del progetto complessivo del Museo?
Non si sa!
Chi metterà le risorse mancanti al completamento dei lavori?
Non si sa!
Quanto ci dovrà ancora mettere il Comune?
Non si sa!
Ma non basta!
Oltre a tutto ciò, quello che desta maggiori perplessità è l’assenza di lungimiranza messa dal Comune nell’affrontare un tema così importante: è infatti inspiegabile come una operazione di questo tipo rimanga impantanata sul livello superficiale della “questione di prestigio” e come l’Amministrazione Comunale non capisca che senza un serio e costante coinvolgimento del tessuto culturale e formativo della Città si rischia di realizzare una cattedrale nel deserto.
Non ci è piaciuto il fatto che la maggioranza abbia rifiutato in sede di discussione del Documento Unico di Programmazione la nostra proposta di mettere in atto politiche amministrative per l’avvio, in età scolastica, alla conoscenza dell’arte contemporanea e del mondo artistico che caratterizza Pietrasanta.
Il rischio che vediamo, il rischio grave che segnaliamo alla Città è che tutto ciò possa ridurre il Museo Mitoraj ad una mera operazione promozionale, se non addirittura mercantile, e che venga realizzata un’opera costosissima, sicuramente bella, ma destinata alla fruizione di pochi.
Quello che vogliamo evitare è che il nuovo Museo risulti ininfluente per la crescita socioculturale della nostra comunità proprio perché non pensato a questo scopo.
Da anni nelle grandi metropoli internazionali si ricerca il modo di connettere alla popolazione residente delle città e delle periferie i grandi poli culturali e dell’arte.
Il Centro nazionale d’arte e di cultura Georges Pompidou di Parigi, il MOMA di New York, la Tate Modern di Londra, il MAXXI di Roma (solo per fare alcuni prestigiosi esempi) cercano da anni di esplorare nuove strade per essere veramente utili ai cittadini delle loro città e si domandano cosa fare per diventare elementi divulgati, formativi e propositivi utili al contrasto delle emarginazioni e dei fenomeni di disconoscimento dei cittadini nei confronti della realtà in cui vivono.
Questo pensiero, questa riflessione è assente e avulsa da tutto il processo costitutivo e realizzativo del Museo Mitoraj di Pietrasanta e tutto questo, secondo noi, è sbagliato e ingiusto.
Le Amministrazioni pubbliche e quelle locali nello specifico hanno il dovere di investire di più in formazione e nella diffusione delle conoscenze e delle curiosità dei cittadini.
Sono temi questi che avremmo voluto sviluppare anche con maggiore dettaglio e approfondimento rispetto a quello consentito dal dibattito consiliare, nella Commissione Consiliare Cultura, se solo la maggioranza avesse accettato la nostra proposta di istituirla.
Così come, nella stessa sede, avremmo voluto discutere di altri fondamentali argomenti come quello della governance pubblica e democratica delle scelte del comune sulle annuali attività espositive ed artistiche.
Purtroppo, non è andato così e per questo ognuno di noi, anche stasera, dovrà assumersi le proprie responsabilità.
Pietrasanta, 29 dicembre 2020