L’annuncio della repentina chiusura della ditta Cerpelli di Querceta e del licenziamento di trenta dipendenti genera sgomento e rabbia nella comunità di Seravezza e della Versilia intera.
Il modo sibillino e improvviso, inatteso e vigliacco con il quale la proprietà ha proceduto a comunicare ai propri dipendenti la sua decisione impone una reazione sociale e civile alla quale l’Amministrazione Comunale non intende sottrarsi.
Non è purtroppo la prima volta, negli ultimi tempi, che aziende importanti del nostro comparto industriale e commerciale hanno deciso di trattare i lavoratori come semplici pezzi di ricambio e di costringerli alla mobilità, alla disoccupazione o al declassamento della loro posizione lavorativa.
La crisi e la concorrenza al ribasso generate dalla globalizzazione non giustificano più l’indifferenza dei datori di lavoro nel trattare le tematiche sociali e occupazionali e non sono più una valida scusa per tollerare l’assalto ai diritti sociali e ai diritti fondamentali dei lavoratori.
Appare inoltre ingiustificabile che si ponga fine alla lunghissima e gloriosa storia di un’azienda come la Cerpelli, ricca di fondamentali brevetti, senza curarsi minimamente delle relazioni con i lavoratori, con le rappresentanze sindacali e con tutte le espressioni istituzionali del territorio.
Come Amministrazione Comunale ci schieriamo al fianco dei lavoratori che vedono messo a rischio il loro lavoro e il futuro delle loro famiglie e chiediamo immediatamente l’intervento dei parlamentari e dei consiglieri regionali di zona e la presenza del Presidente della Regione Rossi sul nostro territorio perché si voglia prendere cura, così come ha fatto in altre realtà industriali della Toscana, di una problematica così grave dal punto di vista lavorativo, ma anche così grave per il segnale generale che essa offre del rapporto tra impresa e lavoro.
Seravezza, 19 gennaio 2016
Ettore Neri