La Manifestazione del 13 aprile scorso a Seravezza è stata una clamorosa e festosa ventata di novità nel panorama asfittico della politica versiliese.
Insieme ad altri compagni e compagne del PD di Seravezza abbiamo deciso di essere presenti, a titolo personale, perché sulla vicenda degli usi civici di Seravezza da subito ci siamo opposti alle scelte prepotenti e irresponsabili delle Amministrazioni regionale e comunale e questo, tra tante altre cose molto importanti, era il tema fondamentale dell’iniziativa.
Abbiamo partecipato con la consapevolezza che in quel lungo sfilare di persone c’erano tante visioni del mondo e delle cose differenti e c’erano sicuramente differenze anche su alcuni temi fondamentali, ma al tempo stesso avevamo la certezza che i temi della tutela del diritto dei frazionisti alla propria autodeterminazione e quello della rafforzata tutela della montagna e del paesaggio costituivano il denominatore comune per tutti i presenti.
Si è trattata di una manifestazione di pensiero collettivo civile, con una adesione che sicuramente ha colto di sorpresa quegli amministratori pubblici immaturi che per mesi hanno denigrato e sbeffeggiato il pensiero ambientalista.
C’è stata una buona presenza di residenti e le cittadine e i cittadini che si sono mossi da fuori avevano buon diritto di farlo e hanno fatto bene a farlo.
L’organizzazione è stato ottima e non è vero che gli ambientalisti hanno lasciato disordine al Mediceo perché il gazebo e gli striscioni, com’è normale che fosse, sono stati tutti raccolti e ritirati prima ancora che la manifestazione fosse finita.
Il grande pregio di questa iniziativa e la grande intelligenza e sensibilità politica degli organizzatori è stata la grande e persuasiva voglia di unire piuttosto che speculare sulle differenze: per questo ritengo che il movimento del 13 aprile di Seravezza possa rappresentare uno splendido inizio per il futuro del nostro territorio e della Versilia.
Bisogna essere orgogliosi per il fatto che un movimento che sorge in modo spontaneo dal territorio cresca in forza ed autorevolezza anche grazie alla scelta di includere e non cede all’errore di escludere per diversità.
Ecco, questo movimento inclusivo si contrappone anche in termini di valori ai due tre anni di arroganza e prevaricazione nei quali le scelte e i comportamenti di Comune e Regione hanno creato una frattura sociale su Seravezza, cosa mai successa prima.
Non esiste e non deve esistere una contrapposizione frontale tra lavoro e tutele dell’ambiente e del paesaggio e non ci sarebbe bisogno di manifestare se i pubblici amministratori provassero a gestire e governare gli eventi piuttosto di prenderli a spallate; non ci sarebbe bisogno di sfilare in corte se chi è eletto si ricordasse di essere un rappresentante della volontà popolare e non un podestà e se chi amministra avesse l’intelligenza e la capacità di dare ascolto a tutti i portatori di interesse e non si sentisse invece in dovere di schierarsi al fianco soltanto di una parte.
Come si può pensare di non scatenare l’indignazione dei cittadini attenti:
- Se invece di ricostituire l’ASBUC come chiaramente dispongono le leggi nazionali e regionali sul tema, visto che sul Comune di Seravezza persistono già terre di uso civico riconosciute dalla Sentenza 67 del 2008 del Tribunale Unico per gli usi civici, Comune e Regione si arrogano il potere di decidere loro;
- Se per usurpare ai frazionisti il diritto decisionale sulle le loro terre si inventa una perizia priva di ogni valenza tecnico scientifica per dirottare, dopo quaranta anni di assodate certezze, la titolarità del diritto dai residenti della montagna seravezzina ai residenti di tutto il Comune;
- Se dopo che la Corte di appello emette una ordinanza dove di fatto smonta questa a buffonata non ci si arrende e si cade ancora più in basso inventandosi un sorteggio che finisce tragicamente per Comune e Regione e se dopo tutto questo si pensa ancora di poter concludere in modo autoritario e autoreferenziale la transazione sugli usi civici della Montagna Seravezzina mettendo al tavolo solo Comune e azienda?
Pare evidente che, a queste condizioni, le proteste e le contestazioni civili e pacifiche non possano che crescere e moltiplicarsi.
Bisogna essere amministratori veramente scarsi, o servili, per non capire che una storia così complessa va gestita con sapienza e accortezza.
Per questo fa specie il comportamento della Regione che mostra totale inconsistenza nelle sue scelte, nelle sue decisioni e che, come per altro il Comune di Seravezza, in sede giudiziaria dopo quaranta anni di dichiarazioni e perizie in giudizio, improvvisamente, cambia campo e si schiera al fianco dell’opponente.
Ma, come dicevo all’inizio, in questo momento è bello rilevare che il Movimento del 13 Aprile ha portato aria nuova e voglia di partecipazione: C’è solo la strada su cui puoi contare, cantava Gaber, alimentando l’anelito di un tempo migliore. C’è da sperare che le cittadine e i cittadini che si sono mossi domenica scorsa diventino sempre di più ed abbiano sempre il coraggio e la volontà dell’inclusione per diventare elementi di contrasto alla spaccatura sociale che viene alimentata da chi ha bisogno di confondere le acque.