Ho passato buona parte della vita all’interno di cicli produttivi industriali e francamente questa terribile inaccettabile tragedia mi riporta a cose che capitavano quaranta e più anni fa.
Inspiegabile (o tremendamente troppo spiegabile) che capiti ai tempi attuali.
Forse negli ultimi decenni sono stati perduti i valori maturati nei due secoli precedenti.
Forse nello stesso tempo si sono perdute consapevolezze e diritti che la classe operaia aveva conquistato con lotte e sangue nei decenni precedenti.
Forse negli ultimi anni si è parlato troppo e male e a sproposito di “costi del lavoro”, di “flessibilità”, di “soppressione dell’art. 18” e ci si è dimenticati della necessaria umanizzazione del lavoro, del coinvolgimento dei lavoratori nella formazione, sicurezza e organizzazione dei processi produttivi, si è fatto finta di credere che la lotta di classe e l’oppressione di una classe sull’altra fossero superate e roba da Ottocento.
Diceva Sandro Pertini che fin da ragazzo aveva capito quale fosse la strada giusta: “sempre, con il tempo brutto e con il tempo bello, a fianco dei lavoratori.”
Ettore Neri
Seravezza, 4 maggio 2021