Bizza da Rignano, così probabilmente avrebbero soprannominato Matteo Renzi i suoi conterranei se fosse vissuto sei o settecento anni fa.
L’ex enfant prodige della politica italiana prosegue nella incessante opera di auto rottamazione e la sua sconfinata voglia di primeggiare lo ha già portato a raggiungere, superare e surclassare Massimo D’Alema nella speciale classifica dei politici nazionali meno amati.
La deriva verso la decadenza, conclamatasi negli ultimi mesi antecedenti la sconfitta del Referendum Costituzionale del dicembre 2016, appare inarrestabile e accentuata dal fallito tentativo di svuotare il Partito Democratico a vantaggio di Italia Viva e sembra giungere alla drammatica conclusione con il tentativo in atto di sfiduciare il Governo Conte II.
L’operazione forse riuscirà anche, ma condurrà l’ex Sindaco di Firenze alla sua definitiva rovina e tracollo perché ai più risulta veramente inspiegabile, fuori luogo, spropositata l’uscita dalla maggioranza di governo da parte di Italia Viva. Questo atto irresponsabile e ascrivibile esclusivamente ad una illogica perdita di lucidità da parte di Renzi e dei suoi ultimi fedelissimi è, per certi versi, ancora più grave e autolesionista di quello compiuto due estati fa al Papeete Beach del Matteo Verde.
Cercare di sovvertire una maggioranza di governo nel momento nel quale si devono attuare i progetti condivisi nel Recovery Plan, a pochi mesi dal semestre bianco e dalla elezione del nuovo Presidente della Repubblica e in un Paese in crisi economica e ancora in piena pandemia sarebbe da considerarsi un gesto irresponsabile da parte di una forza politica con un peso specifico rilevante, ma la stessa cosa messa in atto da un partitino dato da tutti i sondaggi al due per cento si trasforma in un ridicola piroetta e in un insulto all’intelligenza.
Sembra di essere in presenza di un bambino viziato che tira all’aria banchino e sediola perché il maestro gli ha dato un voto mediocre.
Bizza da Rignano, appunto!
Ora tutto questo, a molti, potrà sembrare molto strano, inspiegabile, perfido, pericoloso, ma non è così: tutto questo è uguale e conforme a ciò che Matteo Renzi è sempre stato da quando ha iniziato a misurarsi con la politica. Non c’è niente di nuovo, mi dispiace per quelli che hanno creduto in lui, che lo hanno a lungo esaltato e sostenuto, che lo hanno aiutato a rottamare il credito della politica, che lo hanno seguito nel suo folle picconaggio di tutto ciò che era diverso da lui e nella sua spasmodica brama di potere.
Posso capire che oggi gli ex sostenitori di Renzi si trovino spiazzati, sarà, mi immagino, come uscire da una allucinazione, da una anestesia e sarà come riprendere conoscenza e coscienza: prima avviene e meglio è.
Ettore Neri
Pietrasanta, 14 gennaio 2021