Assistiamo nelle ultime ore ad una corsa al revisionismo in odore di ipocrisia sul tema Covid-19.
Diversi personaggi attivi in ambito politico e sociale, infatti, immediatamente dopo essere stati “paladini del lavoro” contro, a loro dire, gli eccessi restrittivi dei provvedimenti governativi stanno rapidamente facendo marcia indietro.
Siamo passati dai video e relative affermazioni imbarazzanti di marzo (ok qui si era freschi di pandemia non vogliamo infierire) a una fase di minimizzazione al limite della negazione nel periodo estivo ad accorati appelli all’attenzione di questi ultimi giorni, ore. A tutti i livelli!
A livello locale abbiamo passato un’estate a dir poco imbarazzante.
La fantomatica campagna di rilancio con tanto di cartelli esplicativi, ricordate “Pietrasanta sicura”? Campagna mai nata che è rimasta l’ennesima boutade propagandista. Dalla sicumera di una sicurezza quanto mai effimera, si è poi organizzato grandi eventi come l’indimenticabile “street food” e fuochi d’artificio ovviamente guai a ricordare che il momento era delicato, nella peggiore delle ipotesi eri un terrorista nella migliore un terrorizzato.
Sulla questione della gestione estiva della pandemia è successo di tutto ma tutto sempre condito da messaggi rassicuranti dei soggetti di cui sopra, personaggi che ahinoi han trovato terreno fertile anche in sconsiderate considerazioni di politici e medici di risonanza nazionale.
Nel frattempo, Pietrasanta ha avuto (ed ha) una posizione di rilievo tra i comuni della Versilia per l’impatto del Covid-19 (numero di positivi totali, numero di isolamenti, decessi) in rapporto alla popolazione.
Ora i paladini dell’economia non deve morire, i combattenti contro la dittatura sanitaria e il governo “golpista” fanno marcia indietro. Una marcetta per la precisione.
Verrebbe da dire “meglio tardi che mai”, perché la situazione è oggettivamente grave ma tutto questo non ci può far pensare ad un cambio di rotta peloso che annusa l’aria del consenso invece che la realtà delle cose.
Perché se fossero stati sinceramente preoccupati della salute pubblica avrebbero tenuto atteggiamenti assai diversi in questi ultimi mesi quando oramai era già chiaro a tutto il mondo cosa significava essere in pandemia e quando oramai era già chiaro a tutti che da settembre/ottobre ci sarebbe stata una nuova salita dei contagi.
Di fronte a certi personaggi, a come si inseriscono nel dibattito pubblico riguardo la pandemia e a quello che non hanno fatto, non rimane che rispolverare il titolo di un libro “Io, speriamo che me la cavo”.
Sando Donadel
Ettore Neri
Pietrasanta, 9 dicembre 2020